In Valle San Pellegrino (Avisio) il giorno 30 il nemico rinnovò con maggiori forze l' attacco già fallitogli il giorno 28, contro la nostra occupazione di Costabella.
Nonostante l' appoggio di artiglieria appostata sul vicino Col Ombert, le colonne nemiche furono anche questa volta completamente respinte.
Più a settentrione, nella zona di Livinallongo (alto Cordevole), riparti di fanteria nemica tentarono, nella sera del 29, d' occupare di sorpresa le cime di Pescoi e del Sasso di Mezzodì.
Le nostre truppe riuscirono a sbandarli.
In Carnia il giorno 30 un' ardita operazione intesa a cacciare il nemico da Forcella Cianalot e dal Pizzo Orientale (Alto Dogna) ebbe felice esito mercè l' armonica combinazione dell' attacco frontale diretto da Granuda per le pendici dei due pizzi contro la Forcella, con l' azione diversiva d' una colonna che da Forcella di Bieliga accennava verso Lussnitz in fondo di Val Fella.
Le nostre fanterie s' impadronirono con grande slancio delle trincee sulla Forcella, cacciandone l' avversario alla baionetta e prendendogli 107 prigionieri, tra i quali ben 7 ufficiali.
Al buon esito dell' impresa contribuì anche l' azione efficace e precisa delle nostre batterie pesanti che sconvolsero dapprima le trincee nemiche, indi con tiri allungati, interdissero l' accorrere dei rinforzi.
Sul Carso, nella notte sul 31, il nemico pronunciò un vigoroso attacco verso la nostra ala destra, nella zona di Monte Sei Busi, ma fu ricacciato con gravi perdite.
Una sua grossa colonna in marcia da Duino verso Doberdò, riconosciuta dai nostri osservatori, venne fatta segno a fuoco efficacissimo delle artiglierie pesanti e dispersa con evidenti gravissime perdite.
Nella giornata continuò la nostra offensiva lungo il fronte; furono espugnate altre trincee e presi 346 prigionieri, dei quali 14 ufficiali.
Firmato: CADORNA