Nella regione Tirolo-Trentino il nemico tentò, durante la giornata del 5, l' attacco di Forcella Col di Mezzo a occidente delleTre Cime di Lavaredo, ma venne respinto e lasciò nelle nostre mani alcuni prigionieri, armi e munizioni.
Lungo la frontiera della Carnia, nella notte sul 5, il nemico ritornò all' attacco del trinceramento a settentrione di Pal Grande.
Fu contrattaccato e respinto con gravi perdite e abbandonò sul posto, oltre alle armi, alcuni scudi per fanteria.
Nella stessa giornata del 5 considerevoli forze attaccarono la nostra posizione di Pizzo Avostano.
Le truppe che la difendevano lasciarono avanzare le fanterie nemiche a brevissima distanza; indi le contrattaccarono e le respinsero.
Nella zona dell' Isonzo l' azione si sviluppa regolarmente.
Il nemico contrasta la nostra avanzata con tenacissima resistenza e con ripetuti e vivaci contrattacchi.
Però non ha mai potuto ritogliere alle nostre valorose truppe il terreno da esse con tanta fatica conquistato.
È ancora segnalato per parte delle truppe avversarie, e confermato anche da prigionieri, l' uso di mezzi sleali, tra i quali frequentissimo, benché ormai di scarso effetto, quello di simulare la resa di riparti col fare alzare le mani a catene rade di uomini più avanzate, che si gettano poi a terra all' improvviso, smascherando dense linee di tiratori.
Nonostante le difficoltà che la nostra offensiva incontra, comandi e truppe sono animati da spirito elevatissimo e dal fermo proposito di raggiungere ad ogni costo gli obbiettivi loro assegnati.

Firmato: CADORNA

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