La giornata di ieri segnò importanti successi per le nostre armi lungo la fronte dell' Isonzo e specialmente sulle alture a nord-ovest di Gorizia.
L' azione cominciò nella notte coll' aprire arditamente numerose breccie nei profondi reticolati antistanti ai fortissimi trinceramenti nemici.
All' alba le nostre fanterie, secondate con accordo perfetto dalle artiglierie, attaccarono il villaggio di Oslavia e le alture a nord-est e a sud-ovest del paese a cavallo della strada da San Floriano a Gorizia.
L' avversario oppose tenacissima resistenza, ma travolto infine dall' impeto dei nostri assalti, dovette cercare scampo nella fuga, abbandonando le trincee piene di cadaveri e 459 prigionieri, tra i quali molti ufficiali.
Successivi violenti contrattacchi nemici, taluni dei quali preceduti da alte grida di «Savoia» a fine di trarre in inganno i nostri, furono tutti ributtati con incrollabile fermezza.
Anche sulle alture del Podgora e del Calvario, a mezzodì di Oslavia, a prezzo di sforzi ammirevoli compiuti sotto l' infuriare del fuoco delle artiglierie nemiche, vennero sfondati altri due ordini di trincee e fu pressoché raggiunta la linea di vetta.
Sul Carso continuò l' avanzata lungo le falde settentrionali del Monte San Michele e a sud ovest di San Martino, cacciando l' avversario di trincea in trincea e prendendogli 137 prigionieri.
Velivoli nemici lanciarono ieri qualche bomba su Schio, ferendo leggermente 8 soldati.
Una nostra squadriglia, in condizioni atmosferiche avverse per vento impetuoso, rinnovò l' incursione sul campo d' aviazione d' Aisovizza, sul quale lanciò più di cento granate-mina.
I velivoli rientra rono incolumi.
Firmato: CADORNA