Sulla fronte Giulia, respinti durante la notte tentativi di sorpresa contro le nostre posizioni sull' altura di Quota 592 (Vodice), nel mattino del 18 le nostre truppe iniziarono un vigoroso attacco per la conquista dell' importante altura di Quota 652 (Vodice), caposaldo della difesa nemica, a nord di Monte Santo.
Aspra e lunga fu l' azione per la tenace resistenza dell' avversario, appoggiato dal numerose artiglierie d' ogni calibro, appostate in posizioni retrostanti.
Avanzando di roccia in roccia, snidando i riparti nemici da trincee e caverne, distruggendo le mitragliatrici, le fanterie riuscirono a sera a raggiungere la linea di cresta della contesa altura, resistendovi poi agl' intensi concentramenti di fuoco delle batterie avversarie.
Presero 379 prigionieri dei quali 16 ufficiali.
Colla conquista del massiccio fra Monte Cucco e Vodice, essendo cessato il compito diversivo affidato alle truppe del settore fra Brodez e Loga, queste ripassarono sulla destra dell' Isonzo, senza essere affatto disturbate dal nemico.
Nella zona ad oriente di Gorizia mantenemmo tutte le nostre posizioni contro insistenti attacchi nemici, di particolare violenza a sud di Grazigna e sull' altura di Quota 174 a nord di Tivoli.
Sulla rimanente fronte fino al mare duelli incessanti delle artiglierie.
Quelle nemiche si accaniscono contro Gorizia ed altri abitati.
Intensa fu anche l' attività aerea.
Nostre squadriglie lanciarono bombe su accampamenti ad est di Canale e nella conca di Gargaro (Medio Isonzo) e poi ritornarono tutte ai propri campi.
Furono abbattuti due velivoli nemici.

Firmato: CADORNA

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